Sergio: “Perché un ex arbitro può fare il ds e un ex calciatore non può fare l’arbitro?”
Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’ex calciatore Raffaele Sergio.
Il Napoli ha dato sprazzi di gioco Spallettiano in casa del Sassuolo. Segnale di ripresa o ha influito il livello attuale del Sassuolo?
“Il Napoli ha tutte le qualità tecniche per continuare così. Mi è piaciuto Calzona, che ha riportato la squadra a un livello di umiltà ed abnegazione. L’ho notato dalla sostituzione di Kvara in settimana”.
Confermerebbe Calzona?
“Le cose che mi sono piaciute nelle sue interviste sono due: il fatto di aver rimesso al proprio posto Kvara appena ha alzato troppo il tono dopo la sostituzione; poi il fatto di aver messo al centro un’applicazione tattica importante. Ha lavorato per Sarri, Spalletti e Di Francesco e ha tutte le caratteristiche casomai per essere riconfermato”.
Napoli-Juve?
“Mi aspetto un Napoli-Juve equilibrato. Il Napoli ha fatto un gran bel secondo tempo a Cagliari e la Juve - anche se ha un po’ rallentato - sta tirando su la testa pur non potendo forse più competere per lo Scudetto. I giovani lanciati da Allegri mi fanno dare un buon giudizio del lavoro del tecnico”.
ADL dice che arbitri e società di calcio dovrebbero essere più vicini…
“Il mondo arbitrale ha creato una sorta di “mondo a sé”. Quel che non mi piace è che se un ex calciatore vuole entrare nel mondo arbitrale viene respinto, mentre se un arbitro - penso a Tagliavento - fa il percorso opposto, ciò viene consentito. Avendo una scuola calcio, noto che a tanti ex calciatori viene vietato dapprima di poter entrare nel mondo dei direttori di gara. Come mai un ex arbitro può fare il Direttore Sportivo e un ex calciatore non può fare l’arbitro?”.
Raffaele Sergio oggi?
“Il nostro lavoro è cercare di dare una linea guida ai ragazzi, facendo capire loro che le cose non si ottengono con le chiacchiere e i procuratori, bensì col silenzio e col lavoro sul campo. Il problema è che qui a 13 anni te li trovi già con i procuratori: vogliono tutti troppe spiegazioni e quasi nessuno ha la voglia di abbassare la testa e lavorare. Anche Spalletti l’altro giorno ha parlato delle storture della contemporaneità. Sono peggiorati anche i genitori, se posso dire. Posso assicurarvi che dopo un mese di scuola calcio molti pensano di aver capito tutto del figlio e in generale del calcio. Nessuno parla di lavoro e sacrifici. Tutti cercano lo scontro, anche con noi che lo facciamo di lavoro. Molti ragazzi li perdiamo per strada così. Il tempo è sempre galantuomo e determinante”.