Inter, le cessioni di Hakimi e Lukaku sono due cose belle. Soprattutto economicamente
Giuseppe Marotta ieri ha spiegato come tutta l'Inter debba ringraziare Romelu Lukaku. Al netto di quanto successo un anno fa, quando i nerazzurri e il Chelsea avevano trovato un accordo intorno ai 35 milioni, salvo poi non trovare il belga a rispondere al telefono. Non è possibile pensare che un episodio cancelli tutto quanto di buono fatto precedentemente, soprattutto se la situazione è stata salvifica per ben più di un motivo, in particolare economico, nei 115 milioni spesi per portarlo in Inghilterra.
"L'episodio ha rappresentato poco rispetto a tutte le emozioni positive e all’adrenalina che si sono vissute in questi anni. A Lukaku dobbiamo tutti noi un ringraziamento per quello che ha fatto, si è sempre impegnato e ha sempre fatto bene. Ricordiamolo per questo: per le cose belle, non per quelle brutte. E poi non dimentichiamoci che ha rappresentato l’operazione più strana, particolare e positiva per l’Inter nella sua storia. Lo abbiamo valorizzato in una maniera incredibile e questo ha dato poi dei riscontri importanti dal punto di vista economico per costruire la conquista della seconda stella. Con lui abbiamo vinto lo scudetto e rimane nella storia dell’Inter".
La realtà è che l'Inter nel 2021 ha attraversato una crisi senza precedenti. Perché Suning ha chiuso tutti i suoi negozi fisici, perdendo liquidità. Perché senza gli addii di Hakimi e Lukaku, molto poteva finire in un'altra direzione. Perché Conte ha deciso di lasciare il posto di lavoro, con buonuscita - ovviamente - visto che non aveva trovato opportunità né visione sul futuro. Nel 2024 sappiamo che, almeno tecnicamente, è stato un azzardo. Realisticamente senza gli addii di Lukaku e Hakimi qualcosa sarebbe cambiato. Anche più di una telefonata di un anno fa che portò il belga alla Roma, più che a Milan o Juventus.