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Galderisi: "Nell'Italia non si è mai accesa la fiamma. Come per noi al Mondiale '86"

Galderisi: "Nell'Italia non si è mai accesa la fiamma. Come per noi al Mondiale '86"TUTTO mercato WEB
domenica 30 giugno 2024, 15:53Serie A
di Simone Bernabei
fonte di Niccolò Ceccarini

Ai microfoni di TMW Giuseppe Galderisi ha commentato la debacle di ieri dell'Italia di Spalletti, eliminata agli ottavi dell'Europeo dalla Svizzera di Yakin: "Le riflessioni da fare sono tante: chi ha vissuto certe manifestazioni sa cosa significa. A volte non riesce a scoccare quella scintilla che ti consente di cambiare passo e acquisire identità. Questa è mancata. Abbiamo fatto fatica anche nel girone, poi la Svizzera ci ha messo sotto da tutti i punti di vista. Tutti ci aspettavamo il colpo di qualcuno, ma nel calcio non si vince col colpo del singolo. Ora saranno fondamentali le decisioni per capire come ripartire, perché negli ultimi anni non siamo stati competitivi nonostante l'Europeo vinto. Quella è stata una cosa improvvisa ed è un peccato, perché uno lavora tanto e so cosa significa non riuscire ad essere quello che si desidera. E' una delusione".

Si riparte da Spalletti. Cosa deve fare il ct?
"Dopo la partita qualche dubbio è venuto un po' a tutti... E' importante dare continuità ma vedendo quello che è successo qualche pensiero è venuto anche a me nonostante reputi Spalletti un grande allenatore. In Nazionale è diverso, si fa fatica a lavorare sul campo, a dare idee ed identità. Credo comunque sia giusto proseguire con Spalletti, siamo stati messi sotto in modo drammatico, per questo serve fare una riflessione profonda per capire da chi ripartire per dare un'idea di calcio. Le sicurezze vanno coltivate, spesso noi allenatori ci incasiniamo. Spalletti deve assolutamente ripartire sapendo dove ha sbagliato e cosa si deve fare per risollevare il movimento e ridare entusiasmo".

Tolto Donnarumma, non ci sono fuoriclasse nell'Italia?
"Su Donnarumma siamo tutti d'accordo, è il più forte portiere della competizione. Non abbiamo più i Del Piero, i Baggio, ma anche quei calciatori erano sostenuti da un'idea di calcio, da concetti. Un giocatore non può fare la differenza senza una squadra alle spalle. Io mi sarei aspettato più velocità nel trovare gli esterni, soprattutto Zaccagni e Chiesa. Al Mondiale '86 anche noi cercavamo di trovare il colpo di qualcuno per accendere una fiamma che non si è mai accesa. Così come ieri. E poi davanti abbiamo fatto fatica".

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