Cagliari, Ranieri e la minaccia delle dimissioni
Serviva un elettroshock ma non c’è stato bisogno che Claudio Ranieri abbandonasse la nave rossoblù.
Per risvegliare il Cagliari è stata sufficiente la minaccia che il tecnico romano potesse fare le valigie lasciando naufragare tutto il gruppo. Ma proprio lo spogliatoio ha frenato ogni possibile pensiero negativo dell’allenatore cagliaritano, spingendolo a stringere un nuovo patto d’acciaio con la convinzione che la squadra abbia tutti i numeri per salvarsi. è stato lo slogan utilizzato dallo stesso Ranieri che in qualche modo, con la sua presa di posizione, ha punto nell’orgoglio l’intera rosa.
Che ha reagito, seppure con il solito tempo regalato agli avversari, andando a pareggiare a Udine. Ma soprattutto ha provato a vincere una partita che si era messa, come di consueto, in salita.
La paura, ancora una volta, aveva preso il sopravvento e, unita ai soliti errori individuali, aveva portato i friulani in vantaggio. Ci ha poi pensato Gaetano, una delle migliori sorprese del 2024, a rimettere le cose in pari. Con Lapadula che, centrando la traversa, ha dato un grande segnale di risveglio.
Il Cagliari, seppure timidamente, seppure incerottato e anche con alcune scorie ancora da eliminare, c’è. E vuole esserci fino alla fine. Con società, tecnico e giocatori allineati per cercare di condurre in porto la nave isolana.
Sfruttando al meglio il vento del coinvolgente (e per certi aspetti commovente) soffio dei tifosi.
Che continuano a stare vicini alla compagine sarda nonostante le difficoltà e pur al cospetto di una classifica che continua a fare paura.
Ma il pareggio ottenuto, soffrendo in avvio di gara, in casa dell’Udinese è stato anche un messaggio positivo proprio al popolo rossoblù: il Cagliari non è ancora pronto a sollevare bandiera bianca. E cercherà di stare in scia fino alla fine. Perché, come più volte sottolineato dallo stesso Ranieri, “ci salveremo all’ultimo minuto dell’ultima giornata così come siamo saliti in A all’ultimo respiro dello scorso campionato”.
Ci vorrà pazienza. Ma sarà necessario che il Cagliari cambi passo e diventi più cattivo, più concreto, più attento in difesa. All’orizzonte c’è una sfida difficilissima come quella contro il Napoli. Ma subito dopo ci saranno altre quattro gare alla portata di Pavoletti e compagni. Ed è lì, contro Empoli, Salernitana, Monza e Verona che i rossoblù si giocheranno una grande fetta di serie A.
In un mese di marzo che, se condotto a mille, potrà fare un salto di qualità importante alla compagine rossoblù. Con una situazione, nella corsa salvezza, che potrebbe iniziare a delinearsi. Fondamentale sarà tenere duro, invertire la tendenza e aspettare che i singoli riescano a dare il massimo. Se, infatti, Mina e Gaetano sono stati due belle sorprese arrivate dal mercato di gennaio, ora a fare la parte del leone dovranno essere tutti gli altri.
Da Lapadula a Pavoletti passando per Nandez, Makoumbou, Jankto, Viola, Petagna e Prati. Dai quali tutti si attendono quel qualcosa in più che possa fare la differenza. In attesa che anche Oristanio e Mancosu possano, in questa volata finale, lasciarsi alle spalle i rispettivi infortuni (così come Shomurodov) per riscattare una prima parte di stagione amara e regalare alla Sardegna la permanenza nella massima serie.