Una vita in prestito, la grande occasione e l'incubo crociato: Abraham e la voglia di riscatto

Tammy Abraham non gioca esattamente nel reparto dove la Roma ha più problemi, ma un'altra freccia in questo momento farebbe davvero comodo a José Mourinho, alle prese con il suo peggior inizio di stagione di sempre. L'inglese però si è rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro a fine campionato 2022-2023 ed è costretto a guardare i suoi compagni dalla tv o, al massimo, dalla tribuna. Dimostrare di avere carattere però non è mai stato un problema per il classe '97, che, dopo essere entrato nel Chelsea all'età di 8 anni ed aver debuttato a 18 con i Blues tra i professionisti, è stato mandato a farsi le ossa in prestito più volte. Ironia della sorte fu proprio un italiano, Antonio Conte, a chiedergli di trovarsi un'altra sistemazione nell'estate 2016, che fu il Bristol, società che militava in Championship.
I 26 gol tra tutte le competizioni gli valgono una prima grande occasione in Premier League, con la maglia dello Swansea. Abraham non sbaglia e coglie l'attimo, come solo chi ha talento sa fare: 8 reti tra campionato e coppe sono la testimonianza che forse il suo talento è sbocciato definitivamente. Nel 2018, quello che poteva sembrare uno step all'indietro, si rivela essere il passo decisivo per la sua consacrazione: con l'Aston Villa in Championship segna nuovamente 26 reti e questa volta a puntarci è il Chelsea, che lo trattiene alla base e gli consegna le chiavi dell'attacco dei Blues. Con Lampard instaura subito un bellissimo rapporto e sente la fiducia, tutte componenti che gli permettono di esplodere a Stanford Bridge: a fine stagione saranno 18 i centri totali tra Premier League e Champions. La conferma è assicurata, ma le aspettative cominciano ad essere sempre maggiori e Abraham non riesce a rispettarle: "solo" 12 i gol. Le gioie più grandi sono la conquista della Champions e della Supercoppa Europea.
Il ruolo di comprimario al Chelsea gli sta stretto, l'inglese vuole essere protagonista e quando la Roma si presenta con 40 milioni di euro non esita a dire sì. In Italia ha l'occasione della vita per affermarsi come trascinatore assoluto di un club storico in una piazza tra le più calde al mondo e con un tecnico, José Mourinho, tra i più vincenti di sempre. Lo Special One lo ha voluto, lo ha preteso, lo coccola e, una volta riuscito a sbloccarsi, Abraham non si ferma più: 17 gol in Serie A, 1 in Coppa Italia e 9 in Conference League, per un totale di 27 reti, utili anche a conquistare proprio la Conference, il primo trofeo UEFA della storia dei giallorossi. Normale e scontato che il pubblico lo adori da subito, ma l'affetto non è mai incondizionato e, quando nella seconda stagione con la Roma, trova qualche difficoltà, l'inglese un po' si incupisce e segna solamente 9 gol (8 in A e 1 in Europa League). Come se non bastasse, dopo il ko in finale di Europa League, la già citata doccia fredda contro lo Spezia in una partita che serviva solo alle statistiche: il crociato si rompe e l'incubo diventa realtà per l'ex Chelsea. Operazione, riabilitazione e più di 8 mesi di stop. Considerato che è impossibile che torni prima di febbraio, per il momento aspetta e conta i giorni che mancano al rientro. Sperando di avere un nuovo impatto da top. Oggi Tammy Abraham compie 26 anni.
