Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

La visione del Milan non diventi il calciomercato dei videogiochi. Lo scouting è alla base di ogni progetto ma non si trasformi in un'ossessione: gli uomini di calcio servono a dare equilibrio

La visione del Milan non diventi il calciomercato dei videogiochi. Lo scouting è alla base di ogni progetto ma non si trasformi in un'ossessione: gli uomini di calcio servono a dare equilibrioTUTTO mercato WEB
venerdì 24 novembre 2023, 15:58Editoriale
di Marco Conterio
Uomo mercato ed editorialista di Tuttomercatoweb, è conduttore su Radio Sportiva e in RAI con le trasmissioni 90° Minuto e Calcio Totale

Ogni appassionato di videogiochi manageriali di calcio ha sempre avuto il pallino della ricerca del talento prima degli altri. Scovare quel giovane brasiliano della squadra di metà classifica, oppure il talento serbo delle giovanili, o ancora il ragazzo francese dall'academy in Ligue 2, e portarlo poi a diventare uno dei migliori del globo. Videogiochi, giustappunto. Quando la bulimia da talent scout mica andava a scontrarsi con le necessità degli allenatori, con le gambe che tremano in una gara decisiva, con l'esperienza che manca in una partita da dentro o fuori. Il Milan è stato impropriamente accusato d'essere la società degli algoritmi, quando i concetti da esprimere sono chiaramente ben più ampi. Proviamo a spiegarli.

Il Milan non è assolutamente solo algoritmo
Il progetto di Giorgio Furlani già a suo tempo era chiaro, quando aveva in mente insieme a Hendrik Almstadt di portare Ralf Rangnick al Milan. Rendere il club di Via Aldo Rossi una società all'avanguardia sullo scouting, sulla ricerca. Coraggiosa, ma senza perdere la dimensione della realtà rossonera. Utilizzare le tecnologie e le varie piattaforme di ricerca di giocatori per individuare una shortlist di calciatori funzionali, con determinate caratteristiche studiate secondo parametri quanto più accurati e scientifici possibile, poi visionarli e visionarli e visionarli ancora dal vivo e in video, studiarne le caratteristiche umane, aprire una trattativa e poi nel caso chiudere l'affare. L'algoritmo c'è, chiaramente: significa sfruttare i mezzi moderni, deo gratias nel 2023 esistono e sono ben più che efficaci, per ottimizzare tempo e risorse. Molti tool permettono (il Milan in questo è all'avanguardia) di settare tra migliaia di parametri le caratteristiche desiderate, tecniche e tattiche, fisiche e atletiche, in database mondiali, per individuare il 'tipo' di giocatore richiesto. E da questa lista, pescare a seconda di una gerarchia stabilita da scouting e dirigenza insieme.

Lo scouting non diventi un'ossessione. Servono uomini di calcio
Così detta, così studiata, sembra una strategia perfetta. Hai bisogno di un centrocampista di fisico strutturato, destro, capace di giocare in un determinato schema, che esca nel pressing ma bravo in distribuzione, eccetera eccetera, e allora arriva una prima lista di profili. E da lì la scrematura. Magari ancora per età, considerate le priorità del Milan. Quel che un uomo non nativo del calcio, del campo, dello spogliatoio, però non comprende, è proprio la logica di quest'ultimo. Che una babele di culture, di lingue, di stili, di percorsi umani e calcistici, ha bisogno di tempo per integrarsi e non è detto che lo possa fare. Lo scouting fatto solo con quella base diventa un'ossessione. Al Milan di oggi servono dei talenti pur straordinari (ogni addetto ai lavori così li racconta, sono giocatori che in una situazione ideale sarebbero perfetti per i rossoneri) come Popovic, Ouedraogo e Miranda? Nella costruzione a lungo termine, la risposta non può che essere affermativa. Ma nel calcio la gallina domani non può prescindere dall'uovo oggi. E per questo servono in dirigenza uomini di calcio, come è stato Paolo Maldini, come potrebbe esserlo Zlatan Ibrahimovic, per ricordare che ci sono logiche sportive e di spogliatoio che non possono essere slegate dalla visione lungimirante e a lungo termine della dirigenza. Che ha bisogno di capire, oggi più che mai, che talvolta ci sono priorità che esulano dagli schemi. Necessità di campo, di gestione, di spogliatoio, che nessun algoritmo o logica di scouting potrà mai sostituire.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile