La FIFA prende i soldi arabi e scappa (la UEFA ci prova). Ma l'unico modo per l'Arabia Saudita è quello di creare l'NBA dei club. A quel punto avranno vinto
Il Times, ieri, ha pubblicato una notizia che ha del sensazionale, perché è un gigantesco conflitto d'interessi, tutto alla luce del sole. Perché la FIFA verrà sponsorizzata da Aramco con un miliardo di dollari in dieci anni. Chi è Aramco? Il colosso petrolifero è posseduto, ça va sans dire, al 100% dal governo saudita e fattura circa 4000 miliardi di dollari. È la più grossa azienda per capitalizzazione di mercato, avendo superato Apple nel 2022. Probabilmente i solutori più abili avranno già capito tutto, ma è anche giusto argomentare. Perché Aramco deve sponsorizzare la FIFA? Qual è il suo interesse reale? E perché proprio per dieci anni? Il Mondiale del 2034 non è ancora stato affidato, ma hanno già deciso che si giocherà fra Asia e Australia e non c'è nessun'altra candidatura se non l'Arabia Saudita. La Vision 2030 è diventata Vision 2034, arrivando appunto a versare quel miliardo alla FIFA che, in altri tempi, sembrerebbe proprio una regalia per farsi affidare il Mondiale. Ma figuriamoci, ovviamente, è tutto alla luce del sole. Anche il fatto che fanno giocare, in dodici anni, il Mondiale prima in Qatar e poi in Arabia Saudita: viva la par condicio, ma il colpo geniale è stato quello di includere Sudamerica e Africa in una sola Coppa del Mondo, quella del 2030. È tutto così diabolicamente alla luce del sole che verrebbe da dire: vogliono proprio farsi rieleggere accontentando tutti, soprattutto le proprie casse. Avremmo probabilmente ragione.
Qui la ricostruzione semiseria di come riusciranno ad assegnare il Mondiale 2034 all'Arabia Saudita.
Bene, se la FIFA prende 1 miliardo di euro in 10 anni, chi è la UEFA per cercare di evitare i petrodollari? E allora ecco la straordinaria notizia che il massimo organismo continentale sta pensando alla wild card per l'Al Nassr di Cristiano Ronaldo. Sarà bello vedere se ce ne sarà una anche per l'Inter Miami di Messi, ma probabilmente Beckham - e in generale gli Stati Uniti - ha altri programmi per spendere i propri soldi che non cercare di penetrare in Europa. L'Arabia Saudita vuole entrare in Champions League, giocare con una sua squadra contro le altre, probabilmente per capire a che punto è la notte. Ok, c'è il Mondiale per Club in rampa di lancio, ma è troppo più in là e non sarebbe così strutturale (e automatico) che ci vada una squadra saudita. E allora, meglio riempire la UEFA di soldi per avere una parte della fetta in Arabia. "Paghiamo per giocare", insomma. Sarà sicuramente una visione sbagliata della cosa, ma qui i soldi sono tutto. Non conta lo spettacolo, non contano i migliori giocatori. Bisogna fare sempre di più, alzare l'asticella. Eppure nessuno, negli anni novanta, era stufo del calcio. Ora in molti sì. E la colpa non è dei calciatori, dello spettacolo, dei giornalisti, degli allenatori. Ma di chi governa il calcio e crede di essere intoccabile in tutto e per tutto.
Sapete quale sarebbe la vera vittoria dell'Arabia Saudita? Creare una NBA mondiale. Creare la Superlega. Magari dividerle in Conference, perché è impossibile pensare ogni tre settimane di andare in Brasile oppure in Argentina, ma prendere tutti i club del Mondo, quelli più importanti - o con i giocatori migliori, come l'Inter Miami con Leo Messi - e creare una Superlega infrasettimanale, per poi far scegliere alle leghe come comportarsi. Quattro campionati per macro-aree (Sudamerica e Nord America, Europa e Africa, Europa, Europa e Asia) e grandi partite ogni settimana. Al termine della stagione regolare, ecco che le prime otto di ogni area vanno ai sedicesimi di finale, fino alla finalissima.
Irrealizzabile? Aramco ha una capitalizzazione da 400 miliardi di dollari, quanto costerebbe dare 300 milioni a tutti i club di premi all'anno, di base, più risultati di botteghino, televisioni, sponsorizzazioni? L'Arabia creerebbe il format più incredibile nel mondo, nel gioco più giocato ovunque. Sarebbe una vittoria su tutti i fronti. Economicamente un successo senza precedenti. E la FIFA? E la UEFA? In un momento in cui vogliono fare giocare sempre di più, dove i diritti devono diventare sempre più acquisiti - c'è anche l'idea di Gravina di diminuire le retrocessioni, meglio non commentare - potrebbero fare due cose: adattarsi oppure squalificare tutti gli atleti. Quella sarebbe una scelta, ma poi rischierebbero di trovare un'alternativa araba che organizza lo stesso Mondiale e non deve più dare soldi a loro. Francamente poco credibile. Anche perché al nemico bisogna allearsi, invece che rischiare di essere battuti.
Il concetto è questo: l'Arabia può fare quel che vuole perché sul piatto mette i soldi che vuole. FIFA e UEFA potrebbero perdere la loro posizione da monopolista. E quindi è meglio non svegliare troppo il can che dorme. Perché altrimenti c'è il rischio che morda e faccia davvero male.