L'Inter è la squadra più forte d'Italia (con Lukaku sarebbe fra le migliori d'Europa) ma la Juventus rischia di avere più carte. Milan pessimo contro l'Udinese, straordinario con il PSG: effetto Ibra?
L'Inter è nettamente la squadra più forte d'Italia. Come lo era due stagioni fa, come probabilmente lo era l'anno scorso. Due anni fa però il Milan era stato straordinario a beffare i nerazzurri con una seconda parte di stagione con la porta blindata. Nella passata annata invece le sconfitte erano diventate una costante, tanto da far pensare a un possibile allontanamento di Inzaghi. Entrare in Champions al terzo posto in classifica non era scontato, prima della partita contro il Benfica. Poi però sono arrivate le vittorie giuste per non avere grossi problemi, così come la finale di Istanbul è stato un lenitivo ulteriore. C'è un però: Inzaghi deve imparare a vincere in campionato. Ci arriva vicino, ma solitamente conta solo a bocce. Ed è per questo che Allegri, maestro nel corto muso, può essere un fattore. Così come un fattore la mancanza di coppe, che permette al tecnico bianconero di limitare il turnover. Anche perché, in questo momento, è praticamente senza centrocampisti e deve attingere dalla Next Gen e dai giovani.
Con Lukaku probabilmente l'Inter sarebbe stata anche una delle migliori d'Europa. Perché se Dzeko è un'assenza pesante, è stato sostituito perfettamente da Thuram. Giocatori con caratteristiche diverse, mentre Lukaku non ha, di fatto, un sostituto. Questo perché Arnautovic si è infortunato, ma è una questione più tecnica che numerica. Lukaku è quasi inarrestabile nel campionato italiano, come si vede nella Roma. L'Inter dovrebbe provare ad aggiungere un attaccante nel motore a gennaio, resta da capire se può e se vuole. La Juve invece prenderà un centrocampista - Kalvin Phillips non sembra così facile, così come Hojbjerg del Tottenham non lo era al tempo - e probabilmente un attaccante per completare il reparto. È vero che Allegri ha trovato la quadratura, ma così non ha praticamente alternative al 3-5-2 attualmente in uso.
E il Milan? Da pessimo con l'Udinese a sfavillante con il Paris Saint Germain. Leao migliore in campo e a livelli celestiali, come risposta portoghese al transalpino Mbappé. Resta da capire qual è il problema che attanaglia il Milan nelle ultime settimane. I rossoneri vorrebbero porre l'accento sulle cose positive - circostanza confermata anche da chi segue i meneghini da vicino - e non su quelle negative, però il giornalismo non può essere sempre dire di sì, madama la marchesa. E infatti bisogna capire: è l'effetto Ibrahimovic? Cosa farà lo svedese? È un commissariamento come sta accadendo da De Laurentiis al Napoli? Probabilmente no, almeno negli effetti. Non deciderà tutto, ma sarà il collante della squadra. Come successo a gennaio del 2020, quando è cambiato tutto: dalla valanga di gol presi con l'Atalanta alla miglior squadra del dopo Coronavirus il passo è stato breve. Non si può dire che sia stato solamente Ibrahimovic. Oppure no?