23 maggio 2007, dopo Istanbul c'è Atene. E dopo Calciopoli il Milan vince la Champions
Il 23 maggio del 2007 il Milan arriva alla finale di Champions League contro il Liverpool. Si gioca ad Atene, nella più classica delle rivincite dopo quanto accaduto due anni prima, a Istanbul. C'è però un'atmosfera diversa. Perché il 3-3 del 2005 grida vendetta, in particolare per la parata di Dudek su Shevchenko durante i tempi supplementari, oltre che per i sei minuti che hanno cambiato la storia di quella partita. Xabi Alonso, Smicer e Gerrard a pareggiare il gol di Maldini e la doppietta di Crespo, che sembrava già fare esultare il Milan nell'intervallo, circostanza poi smentita dagli stessi giocatori rossoneri (ma non da parte dei Reds).
Le condizioni iniziali non sono però le stesse. Perché nell'estate del 2006 Calciopoli sconquassa il calcio italiano. La classifica viene riscritta, la Juventus viene retrocessa in Serie B con 30 punti di penalizzazione, mentre il Milan - secondo - finisce per giocarsi i preliminari di Champions League, con l'Inter terza che si vede assegnato lo Scudetto. Il Milan deve quindi giocare al Marakanà di Belgrado contro la Stella Rossa nei preliminari, in uno degli stadi più iconici dell'era Berlusconi: per farsi un'idea, meglio ricordarsi della nebbia che fece partire l'epopea degli anni ottanta, quando le cose potevano essere davvero molto diverse per Sacchi e la sua squadra.
Parte appunto da Belgrado, la cavalcata. La Stella Rossa viene battuta anda e rianda, nel girone contro Anderlecht, AEK Atene e Lille arrivano solo 10 punti - e tante polemiche - agli ottavi c'è il Celtic, in semifinale il Bayern Monaco (con esaltazione generale), poi Kakà decide di diventare Pallone d'Oro a Manchester, contro lo United. Invece Inzaghi preferisce la Coppa, in finale, con una doppietta: due gol alla sua maniera, uno magari fortunato, l'altro saltando anche il portiere. Inutile il gol di Kuyt, il Milan alza la sua settima (e finora ultima) Coppa dei Campioni nella notte di Atene.